
Sveglia all'alba - che per me, di domenica, è mezzogiorno -, accendo il pc, apro tutto l'ambaradan e su Facebook iniziano a scorrermi sotto gli occhi commenti dei miei contatti maglianesi e marsicani che sono tutti un 'paura', 'e ci risiamo' e 'tu l'hai sentito?', 'Madonna che botta', 'tremo tutto', etc etc. C'è stata una scossa di terremoto, intorno alle 11 e mezza: 3.9, epicentro nel Fucino e, precisamente, nel mio paesello, mi spiega un'Adn. Nello stesso momento su Rainews passa l'ultim'ora. Penso che alle 11 e 36 mio fratello aveva un treno per Roma, i miei erano sicuramente fuori casa. Afferro il telefono, che comincia a squillare: è babbo.
Figurarsi, mi cascano dal pero, come al solito. Io li adoro. Mio papà se ne lava subito le mani "Ah-ha, guarda, siamo appena rientrati. Ti passo mamma". Arriva lei: "Quando? E l'epicentro dove? Ah. Manno', non abbiamo sentito niente, ero al centro commerciale co' tuo padre. E comunque ora devo chiudere, c'è di nuovo il telefono che squilla di là, tutta gente che chiama pe' sape' se siamo vivi. Sai che dico? Tiè!". Sono meravigliosi.
Figurarsi, mi cascano dal pero, come al solito. Io li adoro. Mio papà se ne lava subito le mani "Ah-ha, guarda, siamo appena rientrati. Ti passo mamma". Arriva lei: "Quando? E l'epicentro dove? Ah. Manno', non abbiamo sentito niente, ero al centro commerciale co' tuo padre. E comunque ora devo chiudere, c'è di nuovo il telefono che squilla di là, tutta gente che chiama pe' sape' se siamo vivi. Sai che dico? Tiè!". Sono meravigliosi.
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