giovedì 28 ottobre 2010

Diritto all'oblio per tutti


Peccato per il signor Zingarelli, peccato davvero. A pochi giorni dall'uscita dell'ultima edizione del suo dizionario c'è già un neologismo in più che spopola di qua e di là, che l'Italia ha imparato a conoscere da questa mattina e chissà che successone ora che ne se accorge pure l'Europa tutta, compreso gli inglesi: il bunga bunga. Ormai l'indignazione, lo sgomento, l'esasperazione hanno lasciato il posto allo sconforto. Confido in una nuova Era glaciale. Almeno per i posteri, non se lo meritano. Cent'anni di buco, di vuoto cosmico, di blackout e sparisce ogni nefandezza. Un'Era glaciale, e passa tutto.

martedì 26 ottobre 2010

E lascia che il mondo viaggi


L'idea è nata gironzolando col mio bene per Torino. E Sarajevo sia.
Ci portiamo dietro Vicio - anche se ci ha bersagliati di messaggi subliminali sul "Grande gioco" di Hopkirk -, Andy no che muore dopo due ore, forse una mia amica, Sansone appena finisce le vaccinazioni e maglioni, cappotti e scarpe comode.
Ora, che ho "lo sguardo più dolce e i fianchi arrotondati".
Foto da qui

venerdì 1 ottobre 2010

Neanche se sei Eddy Merckx

Avrei voluto raccontare dell'inizio della mia nuova avventura a Torino, della chiacchierata con Mario Tronco dell'Orchestra di Piazza Vittorio, del ritorno di una persona speciale persa di vista da tanto. Invece no. Posto le parole di Michele Serra, al quale qualche pomeriggio fa al Teatro Franco Parenti non sono riuscita a dire a ne' bah. Posto le parole di Serra perché le condivido talmente tanto che avrei voluto scriverle io.

La nuova L'Aquila, periferia del centro commerciale
"Ricostruire un centro storico italiano è certamente un'impresa ardua, costosissima, forse impossibile. Proprio per questo sarebbe stato onesto - soprattutto nei confronti degli aquilani - evitare l'odioso spettacolo, trionfalista e irritante, della "ricostruzione dell'Aquila" servita in tutte le salse da un apparato mediatico, diciamo così, non particolarmente proprenso a indagare sulla realtà oggettiva. Io credo che il governo abbia avuto dei meriti operativi tutt'altro che trascurabili, dando un tetto a molte persone. Al netto delle eventuali speculazioni, parecchio è stato fatto. Ma quella non è l'Aquila, quella non è una città. E' un agglomerato d'emergenza, certamente più dignitoso delle ignobili baraccopoli nelle quali sono stati stipati per decenni, per generazioni altri terremotati italiani. Ma non tale da restituire agli aquilani la loro città e la loro identità.
Credo e temo che nel gongolante bilancio che Berlusconi ama fare di questa vicenda, conti anche la sua cultura urbanistica. I nuovi quartieri, puliti e senz'anima, sono il suo pane e il suo vanto. Gli devono parere bellissimi, senza la patina antica e la storia profonda che l'Italia vera possiede. Di qui - anche di qui - la sua certezza di aver "ricostruito l'Aquila" avendo fatto, invece, tutt'altra cosa. Sarebbe stato assai meglio avere l'umiltà di dire, fatti i dovuti rilievi e le dovute analisi, che non era possibile ridare l'Aquila agli aquilani, o perché troppo costoso o perché tecnicamente improbo".
Da Il Venerdì di Repubblica