venerdì 26 marzo 2010

La bellezza salverà il mondo


Mi sono commossa perché sono nata nel dopofascismo, perché ho quasi l'età in cui hanno ammazzato Impastato, perché c'è gente più coraggiosa di me, perché c'è stato chi ha pagato col sangue per poter regalare agli altri quello che è scritto nell'articolo 21 della nostra Costituzione.

Mi sono commossa perché questo Paese ha avuto anche persone come Danilo Dolci e come la partigiana Lia (e sì, l'Italia ha avuto anche gente così).

Mi sono commossa davanti alla naturalezza con cui Piovani si è seduto al pianoforte, perché ho visto professionisti veri e che stimo e che mi fanno sentire fiera di quello che ho scelto di diventare (anche se l'unica cosa che posso vantare di avere in comune con loro è un tesserino piuttosto demodé).

Mi sono commossa perché mi hanno fatto pensare che non siamo un Paese di soli rincoglioniti. "La bellezza salverà il mondo", diceva Dostoevskij. Mi sa che è vero.
(Foto da qui)

martedì 23 marzo 2010

Chi si muove con grazia


La legge di riforma del sistema sanitario negli Stati Uniti sarà tra gli elementi che faranno passare alla storia il presidente Barack Obama. Trentadue milioni di persone, sì, trentadue, avranno la possibilità per la prima volta di poter godere della copertura assicurativa (che Oltreoceano è completamente privata) e quindi del diritto alle cure. Una battaglia senz'altro coraggiosa, quella di Obama: la riforma è stata duramente boicottata dallo schieramento repubblicano e, con molta probabilità, potrebbe creare problemi al presidente nel voto di novembre, il cosiddetto voto di midterm.

Ebbene, Obama è riuscito a portare avanti la sua battaglia nonostante questo, tenendo conto che il via libera può costargli caro in termini di governabilità e soprattutto di rielezione. Ma ha preferito anteporre un diritto essenziale per milioni di persone al suo tornaconto personale, festeggiando con queste parole: "L'America è ancora capace di grandi cose". Questa è vera politica. "La grazia non ha peso e fa sorridere - scriveva Nelo Risi -. Il potere è goffo che ti fa piangere".
(Foto da nytimes.com)

venerdì 5 marzo 2010

Il compleanno di Ennio


"La situazione politica in Italia è grave ma non seria".

Oggi Ennio Flaiano avrebbe compiuto cent'anni, l'età della mia prozia. Credo però lui sia felicissimo di esserseli risparmiati, visti i tempi.

(Foto da Panorama.it)

giovedì 4 marzo 2010

E indovina chi viene a cena?

di Lorenzo Trombetta
La vigilia del Natale musulmano è stata celebrata a Damasco con una cena di gala organizzata dal presidente siriano Bashar al-Asad alla quale era invitato non solo il suo collega iraniano Mahmud Ahmadinejad, in visita ufficiale in città, ma anche il leader del movimento sciita libanese Hezbollah, il sayyid Hasan Nasrallah.

Avaro di apparizioni in pubblico per ovvi motivi di sicurezza ma anche per mantenere spessa la coltre di mito che aleggia attorno alla sua figura, Nasrallah si è lasciato comodamente riprendere dall'agenzia ufficiale siriana Sana a fianco di al-Asad e Ahmadinejad, che vengono da più parti indicati come i suoi due principali sponsor regionali. Sul suo noto blog, il commentatore libanese As'ad Abukhalil si chiede chi sia oggi il più forte tra al-Asad, Ahmadinejad e Nasrallah. Abukhalil afferma senza ombra di dubbio che il leader libanese è la personalità più influente tra i tre e che il movimento sciita non sia affatto sottomesso al volere di Teheran come invece vuole la vulgata.

La domanda è cruciale perché è attorno alla natura del rapporto tra Hezbollah e la Repubblica islamica che da tempo si discute per cercare di prevedere la portata degli eventi regionali. Negli ultimi mesi, con l'aumentare delle pressioni americane (giusto qualche giorno fa il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, in visita a Damasco, aveva chiesto al presidente Al-Asad di prendere le distanze dall'Iran, col risultato che il giorno seguente, all'arrivo di Ahmadinejad in Siria, lo stesso Al-Asad ha rassicurato l'alleato persiano: "Condiviamo gli stessi interessi e obiettivi, e anche gli stessi nemici", n.d.r.), europee e israeliane contro l'Iran per il suo presunto programma nucleare a scopi militari, e con la conseguente crescente minaccia di una prossima guerra in Medio Oriente tra i giganti israeliano e persiano, ci si interroga sul ruolo che il movimento sciita libanese potrebbe ricoprire in uno scenario bellico.