lunedì 28 luglio 2008

venerdì 18 luglio 2008

Niente di nuovo sul fronte orientale

Non avrei mai voluto vedere quelle bare, assistere impotente a quel mercanteggiare tra corpi vivi e corpi morti tra Israele e gli Hezbollah libanesi. Soffermarmi a pensare a quella semplice e crudele contrapposizione tra lutto e festa a cavallo di due Stati che continuano a non trovarsi. La festa al confine libanese, spari in aria e inni al cielo. Le lacrime alle porte di Israele, con le madri e le mogli che cercano abbracci in cui soffocare il pianto.
Una sensazione che lascia solo un senso i vuoto e di miseria, la voglia di pace che cede davanti alle armi ostinatamente spuntate.
"In questo giorno triste sono fiero di vivere in un mondo di valori dove ogni individuo conta, pesa, gode del pieno rispetto, anche se non è più in vita. In realtà proprio questo principio, che è visto dai nostri nemici come una debolezza, costituisce il nostro vero vantaggio, l'elemento che garantisce la nostra capacità di resistenza e lotta. Ma tutto ciò Hassan Nasrallah e quelli come lui non lo capiranno mai". - Amoz Oz

mercoledì 16 luglio 2008

Ho perso le parole

Premessa: sono una pasoliniana. E con questo intendo anche dire che continuo a emozionarmi ogni qual volta mi capita di leggere il Pci ai giovani!. Ma la sentenza che ha messo la parola fine alle violenze consumatesi alla caserma di Bolzaneto, durante il G8 del 2001 a Genova, mi ha lasciato più che perplessa. Amareggiata. E' stata un'occasione persa. E il perchè lo spiega magistralmente Michele Serra nella sua Amaca di stamattina:
"La blanda sentenza sul macello di Bolzaneto dovrebbe dispiacere prima di tutto alle forze dell'ordine e ai servitori dello Stato. E' per loro tutela e per loro dignità che bisognava dare a quegli eventi, e a quei reati, tutto il peso che ebbero, piuttosto che defalcarli a una specie di "incidente sul lavoro" come le pene lievi, e le tante assoluzioni, lasciano intendere.
Ora le vecchie diffidenze, le decrepite ruggini "politiche" tra polizia e manifestanti, tra Stato e cittadini, rischiano di tornare a galla. Perchè i poliziotti maldestri e violenti si sentiranno a posto con la loro coscienza, magari autorizzati a perseverare. E i manifestanti più faziosi e animosi sapranno che la legge è comunque contro di loro, vassalla del Potere e non già amministratrice dei diritti e dei doveri di tutti. Peccato davvero, perchè almeno su quella nottata di sangue e di pazzia si era creato quasi un "comune sentire". Ad eccezione dei fanatici del manganello e degli estremisti che amano lo scontro, molti italiani si erano fatti l'idea (giudiziosa prima ancora che giusta) che quanto accadde a Genova fu l'esatto contrario della tutela dell'ordine pubblico. Anche dalla parte dello Stato ci fu chi buttò benzina sul fuoco, chi sputò sulle ferite, chi aizzò all'odio. Questo parve - e pare - inaccettabile a ogni cittadino democratico. Che oggi legge della sentenza, e si sente ancora una volta tradito".

venerdì 4 luglio 2008

Un altro mondo è impossibile

(ANSA) - ROMA, 4 LUG - Ingrid Betancourt e i suoi 14 compagni
di prigionia non sono stati liberati nel corso di un'ardita
operazione militare, come e' stato detto finora, ma perche' un
numero imprecisato di elementi e dirigenti delle Farc, le Forze
armate rivoluzionarie della Colombia, sono stati ''comprati'' a
suon di dollari. Lo ha affermato oggi la radio della Svizzera
romanda (Rsr) citando una fonte degna di fiducia.
Secondo la fonte, che in passato avrebbe fornito informazioni
riservate rivelatesi giuste, il prezzo pagato per la Betancourt
e' stato di circa 20 milioni di dollari. La fonte fa nomi e
cognomi e chiarisce che il tramite tra Bogota' e i guerriglieri
e' stata la moglie del capo dei carcerieri della ex candidata
alla presidenza. E' lei che ha consentito l'apertura di un
canale negoziale con Geraldo Aguilar, che ha finito con il
cambiare bandiera. (ANSA).

giovedì 3 luglio 2008

Ingrid, finalmente

Scrive Rocco Cotroneo sul suo blog:

"Varie le sorprese nella liberazione di Ingrid Betancourt. E una conferma, almeno per me.

1) Sta piuttosto bene di salute. Ha esagerato nei video dalla selva? Può darsi, ma per salvare la pelle vale questo e altro.

2) L'operazione. Se è andata davvero come l'hanno raccontata geniale e perfetta. Ho già sentito qualche commento: tutta una finta, c'è stato accordo con le Farc. Non ci credo. Le Farc accetterebbero di fare una figura così barbina? La sorpresa è che per il caso Betancourt tutti si aspettavano un altro finale: un guerrigliero che la consegna, la decisione di liberarla senza condizioni. Invece no: blitz alla israeliana...

3) L'elogio sperticato di Ingrid per Alvaro Uribe. Non si è limitata a ringraziarlo, lo ha definito uomo della Providenza per la Colombia, la sua rielezione una mossa geniale. Già vedo le facce perplesse di alcuni "osservatori": ma come, le cose non erano che Uribe è un narcoterrorista guerrafondaio mentre Chavez, insieme alla famiglia Betancourt, l'unica soluzione per risolvere il conflitto colombiano? Come spesso accade in America Latina, i fatti smontano le teorie che vanno forte tra Parigi e Roma.

4) Credo, da epoca non sospetta, che la soluzione militare per piegare le Farc sia possibile. Uribe ha varie colpe ed è lungi da essere un politico limpido, ma sul conflitto armato ha dimostrato finora di aver ragione: chi tratta con la guerriglia finisce per rafforzarla mentre si lascia prendere in giro. Un po' come chi dialoga con un noto politico di casa nostra.La liberazione della Betancourt e di altri 14 ostaggi mostra che la superiorità di mezzi ed intelligence dell'esercito è ormai totale. Ho parlato con almeno cinque ex guerriglieri nei mesi scorsi: tutti raccontavano che le Farc sono prossime al tracollo e senza gli ostaggi sparirerebbero in poco tempo".

Ingrid, Ingrid, où est-tu?