lunedì 23 agosto 2010

Nel grembo della terra ho seminato un grido. Quattro


E' andata così: sono salita in macchina e mi ci hanno portato. Tre giorni dopo aver detto al mio amico Gab: "Non ancora, perché non me la sento". Poi ho pensato che era giusto tornare a L'Aquila, perché era ora. E ho avuto la reazione che ho avuto, com'era prevedibile. E ovviamente ce l'ho avuta a Collemaggio, l'ultimo posto che avevo visto prima dello squarcio, il Conservatorio, perché mio fratello mi aveva portato con lui.
Mi sono infilata in una giungla di imbragature e mastodontici cinturoni di sicurezza, come quelli delle auto. Mi sono fatta coraggio e dopo tanti passi ho incontrato il cielo, dentro. Al posto della volta, c'è il cielo. E questo basta anche per il resto.

Franz Di Cioccio, Pfm, che è di Pratola Peligna, l'altra sera mi ha parlato in dialetto. Mi mancava. "Abruzzo - mi fa -, ti amo. Tutto". A modo mio, ma anch'io.

martedì 3 agosto 2010

Innamorati di tutto


Cioè, ho capito bene? Quelli che volevano andare a tagliarsi un albero da quegli altri, che hanno risposto con due katiuscia e si sono ribeccati svariati colpi di mortaio. Morti, giovani, almeno 3. Chissà quanti di più. Lo facessi io mi beccherei due insulti e magari una palancata dal mio vicino, nient'altro.

Ero davanti alle agenzie, mi scorrevano sotto gli occhi questa mattina quando ho saputo quanto stava di nuovo accadendo tra Israele e Libano. Situazione non molto diversa da quello che è accaduto nei giorni scorsi, quando gli spari e i missili partivano da e approdavano a Gaza.

Ho scritto al mio amico Lorenzo, che mi ha chiamato l'altro giorno per dirmi di essersi deciso a fare quello che ha sempre voluto fare e che ha preso casa a Gerusalemme, quartiere armeno, e mi ha dato della quaquaraqua (ma questo è un altro discorso). Ho scritto a Lorenzo perché sa quanto mi sento male quando capita quello che sta accadendo magari anche adesso che lo scrivo qui sopra per raccontarlo a chissà chi. E ho scritto a Lorenzo perché è un meraviglioso folle che ha dedicato alla questione mediorientale almeno 20 anni della sua esistenza ed è l'unico con il quale riesco a parlare di una cosa per me tanto delicata e che finora il 99% delle persone che ho incontrato ha dimostrato di non riuscire ad andare oltre la logica di parte con la profondità di chi va ad assistere al derby (non me ne vogliate) o schierandosi manco fossimo a discutere di guelfi e ghibellini, di laici e credenti, di velina mora o della bionda, di carne o pesce.

"Perché? Perché mi innamoro di tutto e corro dietro ai cani". Quello di cui avevo bisogno. 
Fotogramma dal film "Il giardino dei limoni"