martedì 27 gennaio 2009

Chi non ha memoria, non ha futuro

Regina Kenigswein, il marito Samuel e i loro due figli, passarono delle notti nella gabbia dei leoni, altri "ospiti" in quella dei pavoni, altri ancora nel sottosuolo, e anche all'interno della villa bauhaus, sgusciando tra armadi a doppio sfondo, pareti scorrevoli, tunnel cunicoli. Furono circa trecento gli ebrei salvati dal direttore dello zoo di Varsavia Jan Zabinski e da sua moglie Antonina negli anni dell'occupazione nazista: li nascosero nel cuore della città, in quello che era stato un magnifico parco per animali selvaggi da loro trasformati in un sistema di rifugi in piena attività fino al 1944. Il figlio Rys (che vuol dire lince) spesso era addetto a portare il cibo nelle "tane" di questa strana arca di Noè.
Ora un libro di Diane Ackerman (Gli ebrei dello zoo di Varsavia, Sperling & Kupfer, pagg.360, euro 18,50) rievoca l'eroico coraggio di questa famiglia speciale. E allora questa è l'occasione adatta per ricordare che i Giusti tra le Nazioni polacchi (il titolo attribuito dallo Yad Vashem di Gerusalemme a chi ha protetto le vite degli ebrei durante lo sterminio nazista) sono 6.066.
E anche che chi non ha memoria, non ha futuro.

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