mercoledì 1 aprile 2009

Centinaia di questi anni, Tel Aviv


Tel Aviv compie cent'anni e al suo primo secolo arriva in splendida forma. Sintesi estrema: 400mila abitanti, business, cultura, movida, tecnologia, tendenze, atmosfera da Manhattan Londra Berlino Parigi, età media 30 anni, un arenile e una luce incredibili, il più ricco esempio al mondo di edifici Bauhaus (patrimonio protetto Unesco), vitalità ed energia mai viste, un'edizione di Time Out da fare invidia, bistrot, jazz, teatri, ristoranti, mostre, concerti, balli, gallerie d'arte, rave party, ritrovi gay, shopping.

"Tel Aviv è un ritmo". Definizione/sensazione perfetta quella di Dan Muggia, 55 anni, laurea in cinema alla Beit-Zvi Drama School, master newyorkese, critico e curatore di festival (a Milano ha appena organizzato la rassegna del film israeliano), docente al Sapir College di Sderot ("Record di otto razzi Kassam in una sola lezione"). Felpa nera, pantalonacci beige, starebbe bene in una storia di Woody Allen: "Se ami le atmosfere vibranti, puoi vivere solo qui. E' come New York però mia figlia 14enne esce la sera, io sono tranquillo, mio figlio di 8 gioca a pallone sotto casa". "In più sono israeliano". E riesce a studiare Valzer con Bashir, Beaufort, Yossi&Jagger, le grandi opere che da qui sono venute e verranno.

Grazie a Stefano Jesurum

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