giovedì 25 febbraio 2010

Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato


"Siamo realisti, vogliamo l'impossibile". Me lo ha detto stamattina una mia collega che si è definita un'ex sessantottina e me lo ha detto con una vena non troppo dissimulata di nostalgia e tenerezza verso questo slogan. Mi sono venuti in mente gli operai sui tetti, i terremotati ancora negli alberghi sulla costa - come ha raccontato nella scorsa puntata di Presa Diretta l'ottimo Riccardo Iacona -, l'imprenditore vicentino che si è tolto la vita due giorni fa perché non sopportava l'idea di dover licenziare i suoi lavoratori, la rom che ho visto una mattina presto con un bustone di banane marce che si portava via con fierezza dal supermercato, una compaesana che si spaccia per mia amica con mia mamma per avere il voto alle elezioni comunali, lo sciopero degli immigrati del primo marzo, io che ho sognato stanotte di aver dormito a casa di Stu', Bertolaso, gli appalti truccati e i "furbetti" che continuano a spopolare in tutti i quartierini, Sandro Pertini, la satira di Cuore che forse non tornerà più e manca, dio quanto ci manca, mio papà che non posso vivere senza, Paolo Pietrangeli, che magari avrà avuto anche lui un risveglio maglianese col Velino davanti agli occhi e l'aria pulita e senza l'inutile cicaleccio che spesso mi circonda. "Voi gente per bene che pace cercate/ la pace per far quello che voi volete/ ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra/ vogliamo vedervi finir sotto terra/ ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato/ nessuno più al mondo deve essere sfruttato".
Lo so che voglio l'impossibile ma mi mantiene viva.
Nella foto Pertini, di Andrea Pazienza

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