giovedì 4 marzo 2010

E indovina chi viene a cena?

di Lorenzo Trombetta
La vigilia del Natale musulmano è stata celebrata a Damasco con una cena di gala organizzata dal presidente siriano Bashar al-Asad alla quale era invitato non solo il suo collega iraniano Mahmud Ahmadinejad, in visita ufficiale in città, ma anche il leader del movimento sciita libanese Hezbollah, il sayyid Hasan Nasrallah.

Avaro di apparizioni in pubblico per ovvi motivi di sicurezza ma anche per mantenere spessa la coltre di mito che aleggia attorno alla sua figura, Nasrallah si è lasciato comodamente riprendere dall'agenzia ufficiale siriana Sana a fianco di al-Asad e Ahmadinejad, che vengono da più parti indicati come i suoi due principali sponsor regionali. Sul suo noto blog, il commentatore libanese As'ad Abukhalil si chiede chi sia oggi il più forte tra al-Asad, Ahmadinejad e Nasrallah. Abukhalil afferma senza ombra di dubbio che il leader libanese è la personalità più influente tra i tre e che il movimento sciita non sia affatto sottomesso al volere di Teheran come invece vuole la vulgata.

La domanda è cruciale perché è attorno alla natura del rapporto tra Hezbollah e la Repubblica islamica che da tempo si discute per cercare di prevedere la portata degli eventi regionali. Negli ultimi mesi, con l'aumentare delle pressioni americane (giusto qualche giorno fa il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, in visita a Damasco, aveva chiesto al presidente Al-Asad di prendere le distanze dall'Iran, col risultato che il giorno seguente, all'arrivo di Ahmadinejad in Siria, lo stesso Al-Asad ha rassicurato l'alleato persiano: "Condiviamo gli stessi interessi e obiettivi, e anche gli stessi nemici", n.d.r.), europee e israeliane contro l'Iran per il suo presunto programma nucleare a scopi militari, e con la conseguente crescente minaccia di una prossima guerra in Medio Oriente tra i giganti israeliano e persiano, ci si interroga sul ruolo che il movimento sciita libanese potrebbe ricoprire in uno scenario bellico.

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