venerdì 11 marzo 2011

E per me un Ancomarzio

Mi innamoro delle idee, dei progetti, delle imprese pindariche. E veder nascere un libro è stata una delle esperienze più belle mi siano mai capitate. E ora che è uscito dalle viscere dell'hard disk e lo vedo in giro, nelle librerie e sui tram, è come se incontrassi pezzi di casa, di notti in bianco passate a discutere sulle virgole, sui capoversi, su quanto tagliare. Rivedo le serate tra i faldoni e le matite rosse e blu e l'editing e le prove per la copertina. Le ansie di Rob, che l'ha scritto, la fatica di fargli da ostetrica.

"E per me un Ancomarzio" è una delle sturiellet raccolte in "Perché Pippo sembra uno sballato" di Andrea Pazienza. E' praticamente introvabile, a meno che non risolvano i vari contenziosi e lo ristampino. Lo regalai qualche anno fa al mio fidanzato di allora. Una ricerca durata mesi, per non dire del resto. Ho imparato che non mi priverò mai più di una cosa verso cui nutro una passione viscerale: ho continuato a cercarne un'altra copia da allora. A Milano non c'è fumetteria che non lo sappia. L'ho trovata, la mia, praticamente ci sono inciampata per caso mentre mi godevo Torino col mio bene: "Es difisilo imaginar como se pote star ben tot solett nel diserto liggend'giurnalett!". Praticamente un manifesto di vita.

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