martedì 31 luglio 2007

"La mia architettura? Non implica costruire"


Intervista a Italo ROTA


“I musei vivono anche senza i visitatori, hanno una vita loro come gli oggetti”

Il museo è entrato in crisi e tra le cause ci sono anche i grandi magazzini, dove “uno entra da una porticina anonima e dentro ha milioni di merci”.
Secondo l’architetto Italo Rota, a cui nei giorni scorsi è stata affidata la realizzazione del Museo del Design di Milano, la ragione sta nel fatto che “comprando tante merci, arrivando a casa e mettendole su un tavolo, ognuno inizia un’attività riflessiva e compositiva con oggetti molto eterogenei. Ogni volta che uno rovescia le borse della spesa o dello shopping crea un piccolo museo del mondo sul tavolo e questo dà un potere straordinario a ogni individuo, nel senso che le attività creative sono oggi in grande espansione proprio perché la giornata spinge le persone a d essere immaginative”.
Allora oggi ha ancora senso fare un museo e parlare di “originale”?
“Intanto bisognerebbe capire cosa si intende per museo. Seconda cosa: i musei sono tutti diversi. Primo per quello che contengono, poi perché ognuno all’interno della sua categoria ha la sua storia. Penso che il museo che soffre è, oggi, quello dell’arte, perché le riproduzioni sono di una tale qualità che il problema è che si vedono molte più cose nella riproduzione che non guardando un quadro originale, a parte l’emozione, il feticismo, eccetera. Comunque il museo è sempre stato una cosa elitaria. Quando diventano musei di massa è perché accadono fatti esterni al museo stesso”.
A questo punto Rota - che entro quest’estate ultimerà la costruzione del padiglione centrale dell’Expo universale di Saragozza sull’emergenza ambientale e tra tre anni il museo del Novecento a Milano - cita come esempi la piramide del Louvre, “che ha attirato milioni di visitatori all’epoca della riapertura” o la gente che è tornata a visitare il museo parigino “dopo l’effetto Dan Brown. O – aggiunge - il cosiddetto effetto-Gugghenheim: non è certo il contenuto, non esiste Bilbao, è l’edificio che attira i visitatori. Quindi, i musei vivono anche senza i visitatori, hanno una vita loro come gli oggetti. Le persone che si pongono questi problemi pensano che tutto il mondo sia uguale, che tutte le persone siano uguali e che tutte possano permettersi tutto. E questo non è vero”.
Lei ha vissuto e lavorato molti anni in Francia. Che differenze ci sono tra i musei italiani e quelli all’estero?
“Differenze non è che ci siano, a parte la quantità di musei che ci sono da noi. In Italia non esistono grandi musei generalisti, come il Louvre o l’Ermitage, non c’e’ un museo che contenga un po’ di tutto: una persona deve visitare più musei per farsi un’idea dell’arte, della scultura, della storia”.
Cosa si intende oggi per arte contemporanea?
“L’arte non ha spiegazioni, non ha categorie. Costa, e non solo in termini di denaro, ma anche di sforzo intellettuale, di pensiero, di politica. Le categorie non esistono più”.
E l’artista cosa cerca di suscitare nel visitatore?
“Certi lo chiamano dramma interiore, altri orgasmo... Penso che non si pensi a niente e che non si debbano spiegazioni. Nell’architettura l’atto immaginativo è il 2%, l’architetto non può costruire da solo come fa un pittore con il quadro; per il 98% bisogna che qualcuno adotti un progetto e investa energie, potere, convincimento e comunicazione per poterlo realizzare”.
Lei è autore di libri piuttosto particolari, come “Ma gli architetti dormono tutti?” e “Manuale di architettura incorretto e da accrescere”. Ha anche affermato: “Per i miei soggetti attingo all’arte del montaggio”. Com’è la sua architettura?
“Oggi si può costruire spazi, relazioni, funzioni spingendo anche verso comportamenti o mutamenti di relazioni. Ciò non implica, per esempio, costruire. Uno può rifare il piano di una città attraverso il traffico, il verde, gli orari o l’illuminazione. Sicuramente dopo qualche mese la città è molto diversa. Sono temi che a me interessano molto più che fare un grande oggetto, ma questo è un problema personale”.
Nel ‘95/’96 è stato assessore per la qualità urbana: cosa può fare la politica per l’arte?
“La politica per l’arte nulla, proprio nulla. La gente ha imparato a non fare più fatica, c’è n’è troppa che vive di rendita compreso i giovanissimi. Invece è un’epoca in cui tutti bisogna rimettersi a studiare, a guardare gli altri. Penso che più si studi, più si evitino problemi come invidie, razzismo spiccio, problemi religiosi, confronti culturali. Questi verrebbero quasi tutti riassorbiti da un grande progetto collettivo, ma anche dalla competizione, nel senso produttivo del termine: un nigeriano e un coreano avrebbero le stesse chance di produrre le idee, i progetti, di usare la stessa tecnologia”.
Di cosa ha bisogno oggi Milano?
“Milano ha bisogno di giovani. I giovani milanesi credono poco ai loro genitori, che non sono dei buoni esempi: si sono comportati male e hanno rovinato la città. Milano è ancora una delle capitali del mondo per temi molto solidi come la moda, il design, la medicina. E’ necessario che diventi una città che sappia accogliere un po’ meglio chi viene da fuori, che non è la gente che viene qui a lavorare, quella penso sia accolta abbastanza bene. Il problema è chi passa da qui: cambiare gli orari, farla più aperta la notte. La città sta cambiando ma si potrebbe accelerare molto di più questo processo”. (Maggio 2007)

10 commenti:

Unknown ha detto...

SCRIVI IL TUO NOME FRA I PROMOTORI DI MILANO A SEDE DELLA GRANDE ARCHITETTURA INNOVATIVA MONDIALE.

PER SECOLI LA SCUOLA ARCHITETTONICA ITALIANA E' STATA BELLA ED INNOVATIVA ED OGGI HA LA POSSIBILITA' DI ESSERE ANCORA MAESTRA NEL MONDO E DI PORSI ALL' AVANGUARDIA IN OCCASIONE DELL' EXPO 2015 CON UN PROGETTO IMMEDIATAMENTE FATTIBILE, ALTAMENTE INNOVATIVO IN GRADO DI CONIUGARSI CON MILANO, COME PARIGI SI CONIUGA CON LA TORRE EIFFEL: LA “CITTA' IDEALE” DELL' ARCHITETTO GUGLIEMO MOZZONI.
E' UN GLOBO STRUTTURATO IN ACCIAIO E LEGNO CON 240 METRI DI DIAMETRO , ANTISISMICO, ELIOCENTRICO, CHE RECUPERA ED ENFATIZZA LA BELLEZZA DELLA DIMENSIONE UMANA DELL' ABITARE E DEL RAPPORTARSI PER 25.000 PERSONE. LA SUA REALIZZAZIONE, QUANTIFICATA DALL' ING. GIORGIO BORRE' NEL COSTO DI UN MILIARDO E MEZZO TUTTO COMPRESO PORREBBE MILANO AL CENTRO DELL' ATTENZIONE MONDIALE, CREEREBBE UNA NUOVA SCUOLA ARCHITETTONICO-INGEGNERISTICA, FORMEREBBE MAESTRANZE ALTAMENTE SPECIALIZZATE IN GRADO DI ESPORTARE IL KNOW HOW IN TUTTO IL MONDO, CON GRANDI RITORNI FINANZIARI,
NELLA CAPIENTE MEMORIA DELLA GRANDE MADRE, LA RETE, SARANNO INCISI I NOMI DI COLORO CHE, LIBERI DA COMPROMESSI, VISCHIOSITA' CLENTELARI, ASSERVIMENTI AI POTERI FORTI, S' IMPEGNANO PER REALIZZARE IL PROGETTO IN NOME DELLA GRANDE ARCHITETTURA ITALIANA FAVORENDO IL RITORNO TURISTICO ED ECONOMICO CHE LA COSTRUZIONE, UNICA AL MONDO, DAREBBE A MILANO.
METTEREMO IN RETE I NOMI, GLI ATTI, GLI INTERVENTI E DAREMO VISIBILITA' AI PUBBLICI AMMINISTRATORI CHE, ALL' INTERNO DELLE ISTITUZIONI, SOSTERRANNO IL PROGETTO NONCHE' A TUTTI COLORO CHE, CON LE PROPRIE SPECIFICHE COMPETENZE, SI ATTIVERANNO AFFINCHE' L'OPERA SI REALIZZI.
LA GRANDIOSITA' DELLA PROPOSTA ARCHITETTONICA DI GUGLIEMO MOZZONI E' STATA RECEPITA DAI VISITATORI AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO NELL' ESPOSIZIONE DEL MODELLO DELLA “CITTA' IDEALE“ ALLA CUI REALIZZAZIONE HA PARTECIPATO GIULIA MARIA CRESPI.
AI POLITICI CHIEDIAMO, COME ATTO DI AMORE PER L' ITALIA, DI ANTICIPARE UNA PICCOLA PARTE DELLE INGENTI RISORSE DI CUI LA LOMBARDIA DISPORRA' IN OCCASIONE DELL' EXPO 2015 E DI AGEVOLARE L' INSEDIAMENTO IN SPAZI GIA' DISPONIBILI.
LA“CITTA' IDEALE”, NEL CUI PROGETTO GUGLIEMO MOZZONI E GIULIA MARIA CRESPI HANNO TRASFUSO IL PROPRIO SENTIRE SOCIALE, RESTITUISCE ALLA DIMORA DELL' UOMO LA BELLEZZA DEGLI ORTI, DEI GIARDINI E DEGLI SPAZI SOCIALI NONCHE' LA FUNZIONALITA' CHE CONSENTE DI RAGGIUNGERE A PIEDI OGNI PUNTO DEL QUARTIERE CON UN PERCORSO DI POCHI METRI.
LE DIFFUSE INNERVATURE INFORMATICHE ADEGUANO ALL' ERA INTERNETTIANA LA CASA DA CUI E' POSSIBILE DARE L' APPORTO DISINTERESSATO DEI PROPRI SAPERI PER LE SOLUZIONI DEI PROBLEMI SOCIALI E DI CONCLAMARE LA CENTRALITA' DI CITTADINO CON IL CONTROLLO VIA INTERNET SULL' AGIRE DEI PUBBLICI AMMINISTRATORI COME E' SCRITTO NEI CANONI DI UNA AUTENTICA DEMOCRAZIA DIRETTA.

Francesco Miglino segretario nazionale del partito internettiano
Via Torelli Viollier, 33 – 20125 MILANO www.partitointernettiano.it

Preziosa è la tua adesione: francmi2006@google.com

Unknown ha detto...

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E' UN GLOBO STRUTTURATO IN ACCIAIO E LEGNO CON 240 METRI DI DIAMETRO , ANTISISMICO, ELIOCENTRICO, CHE RECUPERA ED ENFATIZZA LA BELLEZZA DELLA DIMENSIONE UMANA DELL' ABITARE E DEL RAPPORTARSI PER 25.000 PERSONE. LA SUA REALIZZAZIONE, QUANTIFICATA DALL' ING. GIORGIO BORRE' NEL COSTO DI UN MILIARDO E MEZZO TUTTO COMPRESO PORREBBE MILANO AL CENTRO DELL' ATTENZIONE MONDIALE, CREEREBBE UNA NUOVA SCUOLA ARCHITETTONICO-INGEGNERISTICA, FORMEREBBE MAESTRANZE ALTAMENTE SPECIALIZZATE IN GRADO DI ESPORTARE IL KNOW HOW IN TUTTO IL MONDO, CON GRANDI RITORNI FINANZIARI,
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METTEREMO IN RETE I NOMI, GLI ATTI, GLI INTERVENTI E DAREMO VISIBILITA' AI PUBBLICI AMMINISTRATORI CHE, ALL' INTERNO DELLE ISTITUZIONI, SOSTERRANNO IL PROGETTO NONCHE' A TUTTI COLORO CHE, CON LE PROPRIE SPECIFICHE COMPETENZE, SI ATTIVERANNO AFFINCHE' L'OPERA SI REALIZZI.
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AI POLITICI CHIEDIAMO, COME ATTO DI AMORE PER L' ITALIA, DI ANTICIPARE UNA PICCOLA PARTE DELLE INGENTI RISORSE DI CUI LA LOMBARDIA DISPORRA' IN OCCASIONE DELL' EXPO 2015 E DI AGEVOLARE L' INSEDIAMENTO IN SPAZI GIA' DISPONIBILI.
LA“CITTA' IDEALE”, NEL CUI PROGETTO GUGLIEMO MOZZONI E GIULIA MARIA CRESPI HANNO TRASFUSO IL PROPRIO SENTIRE SOCIALE, RESTITUISCE ALLA DIMORA DELL' UOMO LA BELLEZZA DEGLI ORTI, DEI GIARDINI E DEGLI SPAZI SOCIALI NONCHE' LA FUNZIONALITA' CHE CONSENTE DI RAGGIUNGERE A PIEDI OGNI PUNTO DEL QUARTIERE CON UN PERCORSO DI POCHI METRI.
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Francesco Miglino segretario nazionale del partito internettiano
Via Torelli Viollier, 33 – 20125 MILANO www.partitointernettiano.it

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Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

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Anonimo ha detto...

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