sabato 29 ottobre 2011

Buontempo

'Parole profonde, rispettose e lucide', 'Shalom', 'benvenuta', 'Mazel Tov' e alla fine, in consegna, 'Abbracciaci Roberto'. Custodito tra le pagine di un libro partito da lontano e passato di mano in mano, il biglietto l'ho trovato sul tavolo di casa. Leggo e rileggo e mi passa la stanchezza, passa il sonno, passa questo periodo di solitudine forzata in nome della “sicurezza”, sempre prima di tutto, anche della ragione, delle ragioni, del senno.

Passo le dita sul cartoncino lucidissimo, penso di incorniciarlo per non sciuparlo a furia di guardarmelo. Me l'avevano anticipato quanto sarebbe stata dura, ma non all'inizio, man mano che il tempo sarebbe passato: più ci avrebbe stretti, più ne saremmo stati coinvolti. Tra qualche giorno sarà trascorso un anno esatto da quando ho aperto una porta che non avrei dovuto, dietro cui tutto era come in attesa di passarmi dentro.

365 giorni o quasi. Prima e dopo. Panorami visivi e mentali che a vederli ridimensionati da un numero ti sembrano niente. Prendi a pensarli: incontri, passi, volti, chilometri, compagnie, strade, persone, parole, ore, risate, musiche, delusioni (poche, forse perché le rimuovo quasi subito), le notti bianche, quelle lunghe e i giorni senza notti, sguardi, case, mani, sedie, bagagli da fare e da tenere pronti, stanze, bicchieri, luci viste dai finestrini, silenzi, biglietti, appunti, scatti, canti, discanti.

Poche sere fa si discuteva - e si festeggiava - il rilascio del caporale israeliano Gilad Shalit e la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi. Ho sostenuto con forza che no, non ci vedo niente di politico: la Politica, quella vera, penso debba essere tesa esclusivamente al conseguimento del bene comune. Sarei allora più propensa a parlare di sforzo diplomatico, ma in questo caso vedo solo il rischio che si tramuti in strategia crudele, incentivando e incoraggiando le parti a perseverare nella pratica di vite da prendere in ostaggio per ottenere altre vite in cambio. E quando è la mera strategia a rubare il posto alla politica, il pericolo concreto è la regressione allo stato di natura.

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