mercoledì 15 febbraio 2012

Le affinità elettive

Alle affinità elettive, io, ci credo da sempre. È il metro con cui scelgo amicizie e compagni di viaggio. Stasera Milano mi ha portato in dono la mia amica Roberta Anau, autrice del bel libro “Anatre, oche e rabbini” (edizioni e/o), di cui ho scritto tra questi liberi pensieri semplici qualche mese fa. Finalmente, dopo mesi e presentazioni sparse qua e là, l'agognato momento di scambiarsi sorrisi e abbracci è arrivato. Serata subito in vetta alla mia hit parade dei momenti migliori: tutto un trovarsi e ritrovarsi continuo, una sensazione di condivisione e infinita naturalezza, affinità intellettuali, coincidenze di ogni tipo da tonfi al cuore. E poi foto di famiglia che raccontano di persone e radici, pagine da risfogliare insieme, le mie tanto agognate ricette, di quelle che sono dedicate “alle nostre madri, alle madri delle nostre madri, alle madri delle madri delle nostre madri...”.

“Le radici profonde non gelano”, mi scrisse anni fa, a Perugia, una persona a cui ho voluto bene davvero, e a cui ne voglio tutt'ora. Incredibile e meraviglioso come ci si incontri, ci si scopra, si condivida pezzi di vita e di vissuto. Felice, penso a domani, quando racconterò di aver conosciuto anche un pezzo di famiglia dell'adorato Lele Luzzati e di averne scorto il viso del padre a un matrimonio degli anni Quaranta. Vado a letto con una gran voglia di buricchi e charoset, di cuscussù e latkes. E di riveder presto tutti coloro che mi hanno regalato emozioni tanto forti, stasera. “Gli ultimi saranno i primi”, leggo tra le righe delle mie dediche: sorrido, penso alla faccia dell'Errante quando glielo racconterò e che sì, domani farò una telefonata al mio amico che crea ceramiche, in Abruzzo: chissà che non ci dipinga dei piatti in tempo per Pesach.

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