giovedì 5 maggio 2011

Coinvolti

Non voglio diventare una vecchia col bastone paranoica, urlante e isterica. "Ok, recepito. Arrivo". Meraviglioso quando arrivi a un punto che non serve contestualizzare, non servono tante parole, non serve il resto. Biciclettata notturna, fino a Porta Venezia. Il bar Ethiopia non c'è più, un colpo al cuore: un karkadè però l'abbiamo rimediato da Awa e Theo.

Foto o non foto, complotto o non complotto. Mi fa solo molto pensare il fatto che il mondo sia "migliore" con un uomo in meno. Mi lascia sbigottita vedere l'esultanza, vedere che l'orrore genera orrore, quindi due facce della stessa medaglia. Non voglio entrare nel circolo vizioso di chi ha provocato più male ma rifletto molto in questi giorni sul concetto di arbitrio e di giudizio, quest'arrogarsi il potere di decidere della vita o meno delle persone, dei propri simili, questa condanna senza autodafé. Da parte di entrambe le parti in causa. Da un lato c'è la negazione dell'essenza umana, dall'altro l'imbarbarimento che ne scaturisce. Ha quasi il sapore del cerchio che si chiude - ma davvero siamo così illusi da credere che siano riusciti a infliggere un colpo risolutivo al terrorismo? -, della partita che, dopo quasi 10 anni, finisce al 90esimo. Temo però che i supplementari saranno cronaca anche per i nostri nipoti.

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