lunedì 15 novembre 2010

Diavolo rosso

Michele Salvati sul Corriere l'ha chiamato "Effetto Vendola", Curzio Maltese su La Repubblica ha citato Giorgio Gaber, "libertà è partecipazione". Forse c'è stato anche l'effetto Elio, sprigionato da quel "Han distrutto il bosco di Gioia, 'sti grandissimi figli di troia", che venerdì è venuto giù all'unisono dal teatro Smeraldo. Fatto sta che mi ha fatto piacere svegliarmi a Milano questa mattina. E mi ha fatto ancora più piacere scoprire che è stato proprio Giuliano Pisapia, che sono andata a incontrare qualche giorno fa, ad avercela fatta.

Non ho nessuna voglia, ne' intenzione, tanto meno gli strumenti e la preparazione adatta a tracciare bilanci, a fare previsioni, a dire quel che è o quel che sarà in questa città che mi ha adottata ormai da cinque anni, a cui devo tantissimo e che amo alla follia. Non spetta certo a me. Eppure il primo pensiero che ho avuto è stato quello di sperare di incontrare Philippe Daverio, in pausa pranzo, nella norcineria che è a due passi dalla mia radio e dal suo studio. Appena arrivata a Milano, da assessore alla Cultura mi ha detto: "Milano è morta, i milanesi si sono rincoglioniti". Penso che abbiano dimostrato che no, non è vero e comunque - comunque vadano le cose nei mesi a venire - non è più poi tanto vero. "Vieni qui con noi a bere un'aranciata, contro luce tutto il tempo se ne va".

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