martedì 18 gennaio 2011

Hasta la victoria, siempre

Togliete il telecomando a mia madre. Per pietà, toglieteglielo. Guarda il peggio del peggio del peggio, la tv del pomeriggio. E quando è fissato sempre sullo stesso canale, penso, non è più strumento di democrazia ma di tortura per le sinapsi. "Sarebbe bellissimo vederti fare un servizio in tv", esordisce. "In quelle trasmissioni che vedi tu?", domando. "Sì, fai la giornalista, no?", lei piccata. "Allora tanto vale tirarmi un colpo in bocca", mi scappa così. "Allora sbrigati a cambiar mestiere" e butta giù. Ok, non era il modo più educato per avviare un dialogo con chi mi ha partorito con dolore, ma sfido chiunque, per la seconda sera di fila a sentire una tiritera del genere nell'orecchio, Mahatma Gandhi incluso. Al che, ovviamente, è venuto giù il mondo.

Credo abbiano fatto più danni l'educazione cattolica e le suore che i talebani. Ora, per carità, la mamma è sempre la mamma ed è pura utopia immaginarsi, per come vanno le cose in Italia, un futuro prossimo senza i Cucuzza o le D'Urso e le De Filippi e campionari vari. Allora allaccio la bici al palo e frugo nella testa per cercare qualcosa che oggi mi abbia illuminato la giornata.

Ho letto una cosa rincuorante su La Stampa: la bella gioventù che si scrolla di dosso fango e torpore e fa, crea, realizza, anche senza soldi, anche senza votarsi l'anima al potente di turno. Storie come quella della compagnia teatrale "Scarlattine", che fa base nel borgo abbandonato di Campsirago, nel Lecchese. O i ragazzi del cinema "Kino" di Roma, che hanno sborsato 600 euro a testa e fanno rivivere il vecchio cinema Crauco, al Pigneto, a due passi dal bar in cui Pasolini girò "Accattone". Ci proiettano la Nouvelle Vague, i documentari indipendenti, i b-movie che hanno fatto innamorare Tarantino. Molti dei soci si sono conosciuti in piazza, mentre protestavano contro i tagli. E ancora i ragazzi, appena 23enni, che hanno fondato la rivista letteraria Inutile, a Torino e quelli che si ritrovano ogni marzo a Grottaglie, a mezz'ora da Taranto, per decorare le facciate delle masserie abbandonate. Non sono sporcamuro: Blu, ad esempio, è finito alla Tate di Londra e sempre da Grottaglie sono passati anche i brasiliani Os Gemeos, l'americano Momo e il fotografo francese Jr, che l'anno scorso s'è portato a casa il "Ted Price", il premio "per chi cambia il mondo". E io? Catena leggera, preghiera ogni sera: intanto passo la notte a benedire la bici.

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